Parrocchia Sant'Antonio di ALBEROBELLO

Cardinale Carlomaria Martini

Catechesi del Cardinale Martini

VORREI PREGARE, MA COME? (Prima parte) vedi anche seconda parte

Ciascuno di noi ha una propria, irripetibile situazione di preghiera. Irripetibile non soltanto perché è mia come persona diversa da un’altra, ma anche perché è mia in questo momento e quindi è anche irripetibile nel tempo (sebbene ciascuno abbia moduli di preghiera che gli sono peculiari e ai quali ritorna).
Ora: come posso riconoscere la mia situazione? Come far emergere il mio stato personale di preghiera? Propongo anzitutto osservazioni di carattere negativo, chiedendomi che cosa non è questo stato in quanto situazione di preghiera.

Non è uno stato indotto dalla preghiera altrui, né da modelli di preghiera predeterminati, né da testi sulla preghiera. Benché tutte queste cose siano ottime, il limite di tali mezzi è che essi possono entusiasmare, ma solo per un momento. Leggiamo pagine bellissime di Santa Teresa d’Avila o di San Giovanni della Croce sulla preghiera e sentiamo il bisogno di inserirci nel loro ritmo, di entrare in consonanza con tali esperienze; per uno, due, tre giorni, per una settimana, ci pare di vivere di queste illuminazioni. Qualche pagina meravigliosa di Sant’Agostino dalle Confessioni, qualche pagina splendida di Madeleine Delbrêl: sono preghiere che possono suscitare in noi una certa consonanza affettiva ed emotiva.                              
Ciò è molto positivo, è parte dell’educazione, ma non conduce ancora alla scoperta del nostro stato di preghiera; può anzi essere illusorio, può farci credere di aver già raggiunto chissà quali capacità e modi di pregare.

Così, svanito l’effetto di questa lettura, di questa parola ascoltata, di questa preghiera altrui da noi ripetuta, ci ritroviamo con la nostra povertà e la nostra aridità. Quindi anche se rimangono come modelli e come indicazioni, le esperienze altrui non sono strumenti sufficienti né molto utili per farci riconoscere quale sia il nostro stato attuale di preghiera. Come trovarlo allora? Come capire quale sia il nostro punto di partenza? Offro tre brevissime indicazioni.

(CONTINUA)