Domenica delle Palme 2017

Carissimi Cooperatori,

entrando nella settimana santa riviviamo i momenti più salienti della vita di Gesù. Questi sono talmente importanti che da sempre la Chiesa li ha ri-presentati fissandoli nelle celebrazioni della settimana santa; la tradizione popolare, poi, ne ha sottolineato aspetti e caratteri a secondo dei tempi e delle culture. Nei paesi e nei racconti dei nostri anziani troviamo spesso il ricordo di riti e gastronomie pasquali indelebili!

Ma è con gli occhi della fede che vanno interiorizzati.

Mi soffermo, allora, sul duplice processo a Gesù davanti all’autorità religiosa (Anna e Caifa, sommi sacerdoti) e civile (Erode e Ponzio Pilato). Qui, proprio nelle interrogazioni delle massime autorità, sembrano condensarsi ed esplodere tutti gli interrogativi, i dubbi, la dialettica e le contraddizioni di chi ha incontrato il Maestro lungo le strade della Palestina.

Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto? (Mc 14,61), domanda il sommo sacerdote, forse senza troppa convinzione, per riceverne, prima, il silenzio del Dio processato, e poi la sua rivelazione: Io lo sono (Mc 14,62).

Sei tu il re dei Giudei? (Mc 15,2), è la domanda che il procuratore della Palestina rivolge a Gesù ma, ancora una volta, trova solo il suo sconcertante silenzio. Le percosse e gli sberleffi degli astanti fanno ora da cornice ad un processo che, troppo presto, ha emesso la sua sentenza.

Eppure in quel momento, tra la folla, immagino che qualcuno abbia sobbalzato al semplice ricordo di un’altra domanda, questa volta posta dal Nazareno ai suoi discepoli, durante un corso di formazione, magari con qualcosa da mettere sotto i denti dopo una giornata con ciechi, storpi e lebbrosi:

Ma voi, chi dite che io sia?

Meglio essere sinceri fino in fondo. Direi che anch’io mi ritrovo nella medesima condizione di Pilato, di Caifa o di Erode: Ma chi sei, per me, Gesù?

Senza invocare il diritto romano o il giuridismo ebraico, ma neppure qualche rimasuglio del catechismo della prima comunione, sento ora il bisogno di liberarmi dagli orpelli che non mi fanno raggiungere il cuore e non mi aprono la mente al dono della fede. Questo Dio schiaffeggiato, deriso, abbandonato, umiliato... Chi sei per me, oggi? Per me cristiano, guanelliano, cercatore di certezze, nelle fatiche quotidiane, nelle delusioni e speranze, nei progetti e nelle rassegnazioni... Chi-sei-per-me? E, soprattutto, ma cosa vuoi da me? E trovo ancora silenzio,il mio, per ascoltare il suo.

A questo punto sento la necessità di correre al sepolcro, e lo trovo silenzioso (!) perchè vuoto: qui, è strano -ma forse non è un caso- non trovo gli “esperti” della fede, ma solo donne che hanno seguito i sentieri del sentire profondo, dell’intuizione, insomma della fede donata e man mano accolta. Anch’io - meno male - posso mettermi in coda e ascoltare l’annuncio dell’angelo bianco che cambierà la storia: Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui (Mc 16,6-5). Non-è-qui.

Finalmente la comunità comincia a credere. Altri incontri il Risorto concederà ai suoi e a tutti noi, senza risparmiarci la fatica del credere e senza privarci del fondamento del nostro sperare. Gli occhi fragili della fede, lucidi di pianto, stanno già riconoscendo Colui che ha sconfitto la morte attraversandola nel segno dell’amore e connotandola di eternità:

Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Mt 28,20).

Buona Pasqua a voi Cooperatori, ai poveri, al popolo di Dio che è nelle parrocchie, a chi è segnato dalla sofferenza nel corpo e nello spirito, ai piccoli e ai giovani, alle famiglie e ai vostri familiari.

Un caro saluto.

Suor Chiara e Don Fabio

Delegati provinciali